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25 Aprile: festa del cibo libero

Bandiera italiana cucina

25 Aprile: festa del cibo libero

25 Aprile: festa del cibo libero 980 400 Capecchi

25 Aprile. Nel 1948 Alcide De Gasperi la propose come data simbolo per celebrare la Festa Nazionale della Liberazione. Erano gli anni della Seconda Guerra Mondiale, la diminuzione delle porzioni di cibo aveva colpito tutta la popolazione e questo diede inizio al fiorire del mercato nero. Il prezzo dei prodotti primari come il pane o la polenta era arrivato alle stelle. Tra i suggerimenti più diffusi c’era quello di preparare la maionese senza uova (un’idea che nel 2019 si è trasformata in video ricetta, superando le 701.802 visualizzazioni).

mercato nero 1945

1945: La diminuzione delle porzioni di cibo colpisce tutta la popolazione con conseguenti razionamenti

Nel 1945 ogni pasto era prezioso: pane nero, uova, scarti della carne. I partigiani mangiavano male e in fretta, con l’unico desiderio di tornare a mangiare “lentamente” o di poter cucinare il proprio cibo. L’alimentazione e i momenti di condivisione del cibo rappresentavano un’occasione per socializzare, per essere compagni nella Resistenza. D’altra parte l’etimologia stessa della parola compagno deriva del più genuino dei gesti: la condivisione del pane.

partigiani a pranzo

1945: Partigiani riuniti durante un pranzo

Nel 2019 la situazione si è completamente ribaltata: le etichette con l’avverbio “senza” prendono sempre più il sopravvento; chef stellati come Niederkofler e grandi aziende come Lavazza, sposano progetti etici di riutilizzo degli scarti alimentari. Viviamo l’epoca dei Foodle e dei gastromaniaci in un mondo in cui Instagram ospita più di 113 milioni di fotografie catalogate sotto l’Hashtag #foodporn; poichè il cibo è social, un’esperienza che si mangia prima di tutto con gli occhi.

foodporn

2019: Il cibo è social #foodporn   

Oggi il mangiare, e il cibo tout court, si può considerare totalmente libero (forse troppo) e declinato in mille modi differenti: Cucina healty/Cucina Etnica, Food Delivery; e poi tendenze: km 0, biologico, biodinamico, crudo, filiera controllata o corta; il panino che diventa gourmet e lo Street Food stellato.

food delivery

2019: Con il Food Delivery è possibile ordinare il cibo comodamente da casa

Negli anni in cui Pertini proclamava lo sciopero generale, il cibo si rimediava alla giornata, gli approvvigionamenti al sud erano al collasso e vigeva la politica del surrogato. Nel 2019 gli alimenti arrivano da ogni parte del mondo, il cibo “Made in Italy” viene esportato in ogni parte del mondo (mantenendo a fatica quell’elemento culturale proprio del tricolore) e ognuno è libero di compiere una scelta in base alle proprie necessità e preferenze.

Il Made in Italy all’estero, soprattutto in paesi come Cina o Stati Uniti, non è solo sinonimo di alta qualità, ma ha anche un valore simbolico, frutto di anni e secoli di storia. Tra esportazioni, investimenti digitali e marketing esperienziale, la food industry è ormai un settore strategico per l’economia italiana.

food export made in italy

2019: Il Food export Made in Italy è un’eccellenza che primeggia nel mondo